I vigneti
A La Raia coltiviamo i nostri vigneti secondo il metodo biodinamico nella costante ricerca di un rapporto attento e consapevole con il territorio e le sue risorse vitali.
Il metodo Guyot
In tardo inverno guidiamo la pianta, già con la potatura, a una produzione equilibrata e di qualità: lasciamo sei gemme a pianta, seguendo il metodo Guyot adatto per terreni tendenzialmente siccitosi. La vite ha un’altezza del tronco di circa 50 cm, mentre il capo a frutto (tralcio) viene legato al filo di sostegno orizzontalmente rispetto al terreno. Si garantisce così una buona esposizione delle foglie e dei grappoli.
La prevenzione
In estate, a seconda dell’andamento del clima, per prevenire eventuali malattie, vengono spruzzati zolfo di miniera e rame in piccole quantità. Una rosa, piantata all’inizio di ogni filare, è la sentinella per la peronospora e l’oidio, due nemici delle vigne.
Il momento del sovescio
In primavera, quando le gemme cominciano a buttare, selezioniamo i germogli affinché le forze della pianta si concentrino e le foglie, distribuite equamente sul filare, senza troppe sovrapposizioni, possano respirare in pieno sole.
Le leguminose e il miscuglio di erbe seminate tra i filari in autunno, dopo aver lavorato rompendo il terreno, sono pronte per essere rigirate nella terra. I nostri filari sono infatti inerbiti e un sovescio con graminacee, crocifere e leguminose arricchisce la terra in profondità, aggiungendo struttura e humus e mantenendo le caratteristiche uniche e tipiche di questo suolo.
Utilizziamo macchine leggere per lavorare la terra tra i filari.
Vendemmia secondo natura
All’inizio dell’autunno, analisi regolari vengono effettuate per scegliere il giorno ottimale per vendemmiare ciascuna vigna: l’esposizione e l’età dei vigneti possono far variare anche di settimane il momento di maturazione ideale. Sono selezionati solo i grappoli migliori, raccolti a mano, riposti in cassette e portati immediatamente alla pressa per essere pigiati ed evitare l’innesco del processo di fermentazione.
Il vigneto del Gavi Pisé
Nel vigneto da cui proviene il Gavi Pisé la disposizione delle piante è quella ideale, sud-sud/ovest per una completa e costante maturazione delle uve. Il terreno è sciolto, franco, sabbioso, dal caratteristico colore chiaro. È ben drenato e inerbito dalla primavera sino alla fine dell’estate.
La scelta di adottare il metodo biodinamico ha permesso di recuperare la nota originaria di questo vigneto. Sovescio tra i filari, corno letame dinamizzato per rendere fertile sino in profondità il terreno, stallatico che proviene dall’azienda, assenza di pesticidi, modiche quantità di rame e di zolfo di cava spruzzate in determinati periodi dell’anno. La potatura segue la fase discendente della luna e le macchine leggere per lavorare la terra tra i filari.
L’uva del Gavi Pisé DOCG viene raccolta a mano, selezionata sulla pianta e depositata sui nastri trasportatori, immediatamente dopo la vendemmia di metà settembre.
Grazie alla cura dell’uva e al particolare terreno su cui cresce, il Gavi Pisé garantisce una straordinaria longevità in bottiglia – caratteristica unica per un vino bianco. Ma ciò che conquista è soprattutto la sorprendente evoluzione di sapori e profumi che inizia dopo la stappatura: una vera sorpresa.
L’edizione 2018 del Gavi Pisé riserva un’ulteriore sorpresa: un passaggio in rovere di un anno, permette di sottolineare tutte le caratteristiche varietali del vitigno Cortese.