| Una vita bio
Plastica monouso addio. Ma come e quando?
Le nuove norme in vigore nei Paesi dell’Unione Europea dal luglio 2019 che vietano l’utilizzo di prodotti in plastica monouso (piatti e posate, cannucce, cottonfioc e altre sei tipologie) decorrono dal 2021, e siamo alle soglie. Pochi sanno che il divieto è esteso anche alle bioplastiche, per via del contenuto di additivi chimici usati nel processo e non biodegradabili velocemente.
La direttiva europea, che mira a prevenire in primis l’inquinamento da rifiuti marini (giunto ben oltre il limite), ha però delle scadenze scaglionate per consentire ai vari Paesi di organizzarsi. La cosa interessante da sapere è che per alcuni prodotti - tazze da caffè, contenitori per cibo da asporto, filtri di sigarette, reti da pesca - è stato introdotto il criterio di responsabilità d’impresa per i produttori che hanno l’obbligo di accollarsi la raccolta a fine vita (dal 2013). E che le bottiglie di plastica sono soggette a sistemi di raccolta vincolanti, a quantità minime di materia riciclata, a essere dotate di tappi in plastiche solidali con i contenitori e a regimi che finanzino sia la raccolta, sia il riciclo, sia i costi di pulizia ambientale e le campagne di sensibilizzazione dei consumatori, tutti a carico dei produttori.
Dato che alcuni oggetti in plastica, soprattutto se poliaccoppiati (carta più pellicola), non sono semplici da sostituire, la faccenda si prevede complessa e dilatata nel tempo.
Per imballare prodotti non deperibili, invece, siamo pronti eccome: è attiva nel mondo da 15 anni, per esempio, una grossa multinazionale inglese, con sede anche in Italia, che produce ottimi imballaggi in cartone ondulato, carta in bobina e bag-in-box sostenibili e certificati: la Smurfit Kappa.
La gran parte della carta impiegata dalla società proviene da cartiere del gruppo, che impiegano materiale da macero e da foreste di proprietà SK sulle quali è applicata una politica di ripopolamento degli alberi tagliati. Tra gli imballaggi più diffusi, la linea Safe&Green di vaschette in cartone alimentare al 100% riciclabile, stampati con inchiostri a base acqua, così come gli appositi contenitori sigillati per caffè.
Come dire: le alternative oramai esistono numerose, in ogni campo del commercio, per avviare processi produttivi a economia circolare e ridurre drasticamente i rifiuti dannosi sulla terraferma e nei mari.
Quella che manca è la volontà diffusa di adottarle da subito.