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Energia “nera” e “verde”, si va al pareggio
Stando agli studi della Deutsche Bank, il fotovoltaico sta raggiungendo, quanto a convenienza, le fonti fossili: la grid parity è vicina. Le previsioni sono che, entro i prossimi due anni, l’energia prodotta dal sole costerà quanto quella generata dal petrolio: l’aumento dei prezzi dell’elettricità convenzionale (circa il 3% anno) e quelli del solare fotovoltaico in discesa (cali medi del 30% già raggiunti) sono i fattori determinanti, insieme alle politiche più aperte alle rinnovabili della gran parte dei Paesi industrializzati e agli incentivi fiscali. Il fotovoltaico sta diventando competitivo, come illustra Vishal Shah, l’analista dell’Istituto tedesco che si occupa del monitoraggio: «Crediamo che la tendenza sia piuttosto chiara: la grid parity anche senza sovvenzioni è già possibile e il solare è in crescita in tutto il mondo. Oggi l’elettricità prodotta da impianti fotovoltaici installati sui tetti ha raggiunto un costo medio compreso tra 0,13 e 0,23 dollari al kWh. Questa cifra è nettamente inferiore al prezzo di vendita al dettaglio dell’energia elettrica registrato in molti mercati». A questo si aggiunge il continuo incremento dell’efficienza dei pannelli e dei componenti di regolazione e accumulo, nonché la diffusione di reti intelligenti che rendono più agile la distribuzione e gestione dell’energia solare. Significativo il dato che, nonostante la politica energetica conservatrice dell’attuale presidenza, negli USA la domanda di fotovoltaico è stata nell’ultimo anno e mezzo 5 volte maggiore, arrivando a 16 mila MW. In Europa, intanto, molte compagnie energetiche come il colosso tedesco E.ON hanno deciso di abbandonare progressivamente gas naturale, carbone e nucleare per puntare sulle rinnovabili. Dando così fiducia a quei governi, come la Germania, che si sono impegnati a portare l’energia da fonti rinnovabili al 40% entro il 2025.
Giuliana Zoppis