| Una vita bio
Tante buone notizie
Prima c’era il magazine Vitaa dare voce al racconto sociale, alla sostenibilità economica e ambientale spaziando su persone, amministratori pubblici e imprenditori che hanno come priorità il benessere degli individui e del Pianeta. Un mensile, un sito, una newsletter. L’idea di valorizzare storie positive, nel frattempo, è venuta a Italia che cambia, la mappa-portale dei buoni esempi con 18 reti sul territorio e 1800 iniziative virtuose censite e a Il giornale delle belle notizie, web-media e pagina FB che da inizio anno diffonde informazioni ottimiste raccolte dai 10mila follower nel mondo. Il “botto” lo fa, però, da metà settembre scorso il Corriere della Seracon il settimanale Buone Notizie – L’impresa del bene, allegato gratuito in edicola ogni martedì. Sarà come afferma il professor Stefano Zamagni (uno dei 17 membri del Comitato scientifico dell’allegato) che «in fondo al cuore di ogni persona ci sono desiderio e bisogno di positività». O come aggiunge il sociologo Mauro Magatti che «le persone si riconoscono in questi racconti perché riguardano, in maniera diretta o indiretta, pezzi delle nostre vite». Fatto sta che molte firme del Corriere stanno cimentandosi su queste nuove pagine riportando esempi di persone, comunità e imprese che cercano soluzioni alternative al disfattismo, alla crisi, alla decadenza morale. Non una raccolta di belle storie edificanti, precisano dalla redazione, ma il racconto di quel pezzo di mondo fatto di migliaia tra aziende e coop sociali, sette milioni di volontari, fondazioni, associazioni, gruppi, centri di ricerca, scuole che va sotto il nome di “terzo settore”. Una formula che sta incontrando il favore dei lettori, a giudicare dai consensi. «In questa fase s’intuisce che la gente è alla ricerca di soluzioni e cose buone, sia perché è stanca di quello che non funziona sia per cercare di fare un salto in avanti. Raccontare i tanti che ci stanno provando – prosegue Magatti – non ha una funzione consolatoria ma può essere di esempio e moltiplicazione».
Giuliana Zoppis